“How it came to be this Way”, una cui traballante traduzione potrebbe essere “Come si arrivò a questo Punto”, fu scritto in occasione di una campagna di giochi di ruolo che sfruttava il sistema di Cyberpunk 2020. La campagna era tenuta dal signor ++Master++ a cui vanno tutti i rispetti per la bella storia e per l’avermi dato la possibilità di dare vita al personaggio di Luna (la protagonista della storia). Perché dico questo? Perché in effetti la ragione della sua stesura ha influenzato non poco il risultato finale; infatti questo racconto non doveva essere un racconto affatto, ma doveva rappresentare il background del personaggio. Come tale, ho cercato di rendere la storia completa, ma ho a dire il vero omesso molte scene e non mi sono dilungato troppo su una descrizione puntuale di tutti i momenti che avrebbe potuto vivere la protagonista, limitandomi a scegliere solo tre o quattro episodi e a sviscerare quelli dettagliatamente. Simile discorso si applica all’intento del racconto: anziché essere precisamente mirato a descrivere una morale di fondo, ad avere un messaggio, il racconto mira in realtà a fungere appunto da background e quindi, appunto, a spiegare come il personaggio si trovasse nella situazione in cui partiva all’inizio della campagna di giochi di ruolo (da qui appunto parte della metafora del titolo “Come si arrivò a questo Punto”). Nonostante questo, il racconto non manca di forza ed emozioni, anzi, né è forse più carico perché, scrivendolo con l’obbiettivo di chiarire, di spiegare lo stato d’animo e mentale che avrebbe pervaso il personaggio nella futura avventura, la narrazione si è fortemente centrata proprio sul descrivere scene che fossero di forte impatto emotivo, che fossero appunto uno squarcio sui momenti più carichi di sentimenti, gli stessi momenti che definiranno la personalità della protagonista, che, appunto, la porteranno a quel punto.

C’è poi da considerare un’altra grossa conseguenza portata dal fatto di essere un background: non prevede che la storia finisca, ma, anzi, cominci. Tuttavia, nonostante la mancanza di una e vera e propria risoluzione degli eventi, il racconto rimane vivo e valido ugualmente proprio per questa centralità delle emozioni: i momenti descritti sono così intensi che si gustano bene anche di per loro, anche discorporati dal fluire della storia, non è importante come andrà a finire la storia perché si rimane concentrati sull’intensità del momento. Comunque, il racconto ha a suo modo una nascita, uno sviluppo e una conclusione, anche se essa lascia aperto il proseguimento per una storia ancora più grande. Ho pensato più volte se fosse il caso di scrivere il proseguimento della storia (ed in quel caso se trascrivere la storia dell’avventura o una completamente mia), ma, in fondo, con il valore di questo particolare background, avrebbe poca attinenza, visto che comunque non sarebbe un seguito, ma dovrebbe cambiare completamente genere e tema e probabilmente anche stile narrativo. Quindi chi desiderasse continuare a leggere un racconto simile a quello che è questo, ne verrebbe deluso, e per chi invece vorrebbe semplicemente scoprire cosa è successo a Luna dopo, beh, chi lo sa, un giorno, magari….

Per quel che riguarda il tempo, che non viene mai precisato nella storia, nella realtà dell’avventura era fissato intorno ai decadenti anni 2020 del Cyberpunk originale con una forte attenuazione per quel che riguarda l’avanzamento tecnologico: ne rimaneva quindi solo una società violenta e corrotta con una tecnologia solo un poco superiore alla nostra. E tale potete immaginarvelo voi, perché è con questo spirito che ho scritto il racconto, immaginando una società simile alla nostra, solo con una maggiore sperequazione (differenza tra ricchi e poveri) e un maggiore degrado attinente alla situazione ambientale, sociale e politica degli Stati Uniti (mentre l’Europa viveva una forte concentrazione di ricchi).

Un’ultima nota riguardo le riflessioni contenute in questa storia: sono tutte quante fatte molto “di prima pelle”, vale a dire “a sensazione”. Non sono delle riflessioni ragionate ed argomentate che si tuffano in un mare di metafore per farne affiorare un messaggio, ma come tutto il resto del racconto, quello che vogliono riportare a galla è più una sensazione, un sentimento che un ragionamento; inoltre, devo dire che, veramente, in questa storia sono forse stato più attento a mettere in parole quello che sentiva Luna, piuttosto che io… anche se alcuni passi della sua storia non mi sono certo alieni…

Buona lettura, comunque, e lasciatevi trasportare da queste parole che Luna voleva dirvi per farvi sapere…

Come siamo arrivati a questo Punto