Ahi ahi ahi.... Introdurre questa serie di racconti non sarà affatto semplice. Specie per il fatto che la loro creazione è tutt'ora un mistero persino per noi. Questa volta è un "NOI" di cui stiamo parlando perchè in effetti il lavoro non è tutto mio; questa volta c'è anche il superbo apporto della mia cara sorellina. Artista da sempre oscura, intenta nel campo della pittura quanto io lo sono nel campo della scrittura e credo persino di più, la sua mente ha sempre vagato per trovare ispirazione in un luogo che lei chiama Ledam. Ora, qui sorge il  problema: parlare di questo luogo nella breve e misconosciuta prefazione a un racconto, sarebbe impossibile. In primo luogo perchè sono io a scriverla e non la diretta interessata, quindi commetterei una leggerezza imperdonabile nel sostituirmi a lei per questo compito. In seconda battuta questo luogo è largamente ancora un mistero per me e, in una certa misura, lo è anche per lei; nato da una serie di "Visioni Oniriche", questo mondo ha trovato terreno fertile nella mente di una pittrice che, a differenza di quanto fanno di solito gli scrittori, percepiscono e comunicano in termini più "astratti", riuscendo a capire concetti che ancora non hanno forma definita e a metterli al mondo nonostante questo con una prorompente forza. Esistono quindi alcuni Quadri di Ledam, esistono quindi le sensazioni di Ledam, ma non esiste nulla di più definito; finora è rimasto un puro ed indescrivibile sogno.
Nella ricerca di esternare almeno alcuni degli intricati e meravigliosi dettagli, però, ecco che giunse Lineagothica. Nata come una "semplice" serie di quattro illustrazioni, ben presto varcò i suoi iniziali propositi divenendo la proposta per una serie di "Linee Moda" o di idea grafica per qualche serie di "accessori d'immagine" ed infine dando vita a quattro veri e propri Personaggi. Personaggi che però erano, fino a quel momento, incastonati in una bellissima illustrazione, ma incapaci di muoversi. Lì nacque l'idea di realizzare infine un fumetto a quattro mani dove io avei scritto la storia e mia sorella disegnato le tavole, dove la "regia" sarebbe poi stata curata assieme. Eccoci dunque qui. Io mi misi tanto di impegno che in breve anzichè una semplice sceneggiatura creai un vero e proprio racconto, con tanto di particolari "scenografici" inseriti nella trama della stesura. Ci rendemmo tuttavia conto che il fumetto sarebbe però stato un lavoro di certo gravoso e che per di più avrebbe anche avuto davvero poco pubblico per una serie di ragioni che va dal brutto periodo del fumetto italiano in generale al panorama culturale che in Italia abbiamo riguardo ai fumetti in genere. Decidemmo quindi di attendere per la creazione, ripiegando su un racconto illustrato... Che in ogni caso non si concretizzò mai.
In sostanza Lineagothica è la materializzazione un po' più razionale dell'atmosfera di cui tutta Ledam è permeata, rendendo questo racconto un importante ponte tra la nostra realtà e questo mondo così "Essenziale" ed Etereo. In questa serie di racconti, quattro "Tetre" Figure faranno da guida attraverso una serie di metafore e visioni portando con loro il tentativo di rendere più facile capire perchè a volte l'Oscurità è tanto più affascinante della luce. Il tentativo è quello di ricondurre le sensazioni di Ledam da quel mondo che si pone distante ed etereo a una dimensione più vicina a noi, per mostrare come a volte sono proprio i sogni più "irrazionali" a parlarci con maggiore serietà della nostra vita vera e propria.
Una nota speciale di chiusura va al titolo della "Serie": il significato della "Linea" sarà completamente chiaro alla fine del primo racconto (non a caso intitolato "Oltre la Linea"), mentre per quel che riguarda il "Gothica" è meramente una questione di stile. Essendo tutta l'atmosfera del racconto molto eterea e oscura, l'aggettivo Gotico era perfettamente calzante. Non c'è quindi alcun tipo di allusione alla omonima realtà storica che vorrei tenere ben separata da questo racconto e dai suoi messaggi, visto che potrebbe portare a spiacevoli fraintendimenti che non sono certo desiderati. Era infatti chiamato "linea gotica" anche il fronte che i tedeschi erano riusciti a tenere in Italia dopo lo sbarco degli alleati e la liberazione dei partigiani. Lo ripeto: NON C'ENTRA NULLA con questi racconti.
Questa Lineagothica non è un confine dietro cui si trincerano degli oppressori razzisti (tedeschi e italiani con ugual responsabilità e colpa) e l'elogio ad essa non vuole in alcun modo coincidere con l'elogio di una "cultura" violenta, ottusa e prevaricante, anzi, ne è un'aperta condanna, anche se i tempi in cui si svolgono i racconti sono ormai diversi dai drammatici anni della  Seconda Guerra Mondiale. Una condanna rivolta proprio a ciò che, nonostante tutto, di quella cultura è rimasto come insidiosa infezione, anche se mutata in forme che sembrano più blande per meno essere visibili (anche se oramai persino questa "cautela" pare venir meno), ma credo che questa differenza vi sarà ben chiara, non appena mi permetterete di portavi là dove giace la...

...Linea Gothica.