Scrivere questo racconto è stato davvero una specie di prova di resistenza. Resistenza alla tentazione di prendere il largo. L'idea che fa da sfondo a questa composizione è infatti l'ennesima ispirazione che deriva da una bellissima canzone sulla quale si sono "distese" le immagini della mia bella e triste Cacciatrice.
La canzone è "Fata Morgana" dei Litfiba e, secondo me, è uno dei migliori pezzi rock mai scritti in Italia. Il fatto che sia rock non significa che sia un incessante martellamento di batteria e schitarrate elettriche... Anzi, l'ispirazione della canzone deriva proprio da alcuni suoi tratti che hanno più del visionario che del semplicemente aggressivo. Eppure anche la grinta non manca. Ecco in effetti questa descrizione potrebbe bastare a spiegare perchè mi ha richiamato un personaggio come Caron.
Devo comunque dire che questa storia ha avuto bisogno del suo bel tempo per venire alla luce: Caron e la musica dei Litfiba hanno circa la stessa età, eppure solo negli ultimissimi anni (2008/09) hanno trovato il sincrono in questa "visione". Il fatto è che, essenzialmente, benchè il cuore della storia, la sua parte emotiva, il suo messaggio, sia ben presto venuto alla luce con le note di "Fata Morgana", questa visione era rimasta sempre senza le "circostanze" per farla "avvenire".
Il racconto parla, in sintesi, della traversata che Caron compie attraverso un deserto ardente e implacabile. Il mio problema è sempre stato spiegare come Caron fosse finita dispersa in quel deserto, lei che è una cacciatrice tanto scrupolosa e calcolatrice... E per visualizzare questa circostanza ho dovuto fare non poca fatica.
Non solo: una volta "dipinto" tutto il quadro mi sono reso conto che la tentazione di dipingerlo pr intero si stava davvero facendo forte. Questo racconto potrebbe benissimo essere solo un piccolo stralcio, un finale, magari, di un racconto ben più lungo, magari persino di un intero romanzo.
Ma questa volta non volevo raccontare i pericoli affrontati dalla nostra Cacciatrice nella tomba di Amun-Kharak, ma di un'avventura ben più mistica che l'attendeva appena fuori di essa... Capirete cosa intendo nel racconto.
C'è anche un altro particolare che vale la pena menzionare, a proposito di questo racconto: benchè posto tra i primi della saga ha una delle genesi più tardive e, diversamente dai sui predecessori, fa comparire, anche se in veste di mera "comparsa", anche il "fantomatico" fratello di Caron (No, dai, non ve lo sarete mica scordato!? Andate subito a rileggervi Funeral of Name per farvi del male e per scoprire che non me lo sto inventando adesso! >_<). Le avventure di Caron dovrebbero essere spesso accompagnate da questo personaggio, visto che nella sua "cronologia" tutto il primo periodo di vita (dopo che fugge dalla torre del padre, intendo) dovrebbe averlo passato sempre dando la caccia ai non-morti, ma a fianco del fratello e di altri avventurieri (il gruppo di giochi di ruolo in cui si muovevano le sue prime storie). In realtà, però, tutti i suoi momenti più drammatici sono nati dopo quelle avventure, quindi credo che anzitutto vi farò conoscere la Cacciatrice solitaria che compare nella maggior parte dei racconti... C'è sempre tempo per una edizione dei "racconti giovanili"!>_<
Ultimissima nota: c'è anche un biechissimo motivo utilitaristico che mi ha spinto alla composizione proprio di questa storia. Si tratta del tentativo di dare un immagine più precisa di come è fatta Caron. Mi sono infatti accorto che, essendo i racconti brevi almeno nell'intento, di rado ho modo di descrivere qualcosa della mia Cacciatrice se non la furia in battaglia o la sua solitudine. Con la produzione dei racconti, però, mi trovo a dover fare i conti con alcuni dettagli di carattere pratico, cioè spiegare quali poteri la proteggono dalle forze dell'oltretomba, come mai le sue spade possono trafiggere creature che dovrebbero essere immuni alle semplici armi di ferro e via dicendo. Alcuni sono anche dei dettagli biecamente stilistici, ma che in realtà completano il personaggio; Caron, ad esempio, indossa un soprabito (stile quello de "Il Corvo")... E non un soprabito qualunque... Ma è un po' difficile fermarsi a metà di un racconto di otto pagine per descrivere minuziosamente un dettaglio che con la storia potrebbe centrare pochissimo e senza per di più perdere il tono "fantasy" del racconto (un soprabito nei mondi fantasy è un po' un'eccezione e come tale andrebbe presentata). Così ho deciso che avrei potuto rendere meglio un simile dettaglio solo se fosse stato un passaggio importante del racconto e così... Be' immagino che così scoprirete cos è successo in quei giorni lontani quando ancora Caron non indossava un soprabito e si celebrava invece...

...Il Funerale della Sabbia.