"Do you know that the book intends to self destruct upon reaching the Corporation?!!!..."

Ari -

BGM: “Fundamentum”

Seduto compostamente, Izu aspettava. Gettati via i suoi abiti lordi di sangue, ne aveva indossati di nuovi, donatigli dai monaci e aveva eseguito le abluzioni che lo avrebbero purificato per poter entrare in contatto con lo spirito del vento. Ora, seduto compostamente, stava ascoltando la Voce che, una volta di più, gli stava sussurrando in una lingua sconosciuta come raggiungere il suo obbiettivo. Ora, seduto compostamente, non aveva paura. Nè provava agitazione… per la prima volta nella sua vita, che, ironicamente, era già terminata da varie ore, era sereno… e vedeva con chiarezza il suo obbiettivo. Per la prima volta sapeva cosa doveva… cosa Voleva fare… e per ora voleva aspettare… Aspettare che Ari arrivasse…
Al contrario dei silenziosi monaci e sacerdotesse che si aggiravano per l’immenso tempio, i piedi della ragazza rimbombavano con il suono della fretta… la fretta di chi pensa di arrivare tardi ad un appuntamento cruciale. Infine la ragazza tirò con tutta la sua forza la porta scorrevole e si precipitò dentro alla stanza
“Izu!!” Chiamò con la voce ansimante di chi ha corso a perdifiato “Izu! Aspet…” Voleva ammonirlo lei, ma il vedere il ragazzo vestito dei suoi nuovi abiti e purificato dalle abluzioni dei monaci la colpì immensamente, lasciandola a fissare il giovane con ammirazione.
“Ari” La accolse lui alzandosi in piedi e sorridendole “Che c’è? Perchè hai corso in quel modo?”
“Oh…. Io…” Tergiversò lei indecisa tra l’ansia per ciò che doveva dirgli e l’imbarazzo nel vederlo così bello “Tu… Stavi andando via?” Lui non smise di sorriderle
“Sì, la Voce ha ancora bisogno di me. Dopo tutto quello che ha fatto per noi, desidero fare anche io qualcosa in cambio. Ma tu non preoccuparti, puoi rimanere qui al sicuro: Lady Midoriyama mi ha personalmente assicurato che si prenderà cura di te…” Ari si fece immediatamente seria e lasciò da parte la sua timidezza
“Stai andando alla Corporazione?”
“Non so” Rispose lui senza rompere la maschera sorridente “Andrò dove mi dice la voce, ma non preoccuparti, ci ha sempre condotti in salvo, quindi non ho nulla da temere”
“Izu, ti prego, rispondi alla mia domanda: stai andando alla Corporazione, vero?” Anche Izu capì che a questo punto un sorriso non sarebbe bastato a calmarla, quindi tornò serio e determinato, anche se a dire il vero la sua destinazione era un mistero anche per lui
“Potrebbe darsi, perchè?” Ari riconobbe subito il tentativo di non farla preoccupare da parte del ragazzo, chiedendosi fino a che punto la sicurezza di Izu fosse dettata dalla determinazione piuttosto che dal non sapere cosa lo attendeva
“Tu lo sai che il Libro ha intenzione di Auto Distruggersi una volta raggiunta la Corporazione?!!!” Chiese gridando per rendere chiaro quanto quella faccenda fosse grave e che non aveva intenzione di essere trattata come una bambina a riguardo “Lady Midoriyama mi ha detto che la Voce sta tentando di guidarti ad un punto debole della Corporazione per far esplodere il Libro! Non lo ha detto anche a te?!” Izu chiuse gli occhi serio ripensando alla sua conversazione con la Sacerdotessa.
“Sono solo delle supposizioni, ma…”
“Delle supposizioni?! Ma se fosse vero?! Hai intenzione di rischiare un simile suicidio?! Perchè?!”
“Per te, Ari… E per tutti gli altri che stavano con noi al laboratorio… E anche gli altri che non conosco in questa città…. E anche per me. Voglio fare qualcosa perchè il nostro sia un mondo diverso… Voglio fare qualcosa perchè sia un mondo migliore…”
“E credi che tu da solo riuscirai a cambiare le cose? Oh, Izu! Anche se riuscissi a distruggere tutta la D’Monics, dietro di lei c’è un cargo spaziale di altre corporazioni esattamente uguali! Non cambierebbe nulla!”
“Anche se riuscissi solo a rompere un vetro della D’Monics, sarebbe abbastanza. Questo non è un mondo brutto perchè c’è la D’Monics: è un mondo brutto perchè le Corporazioni vincono sempre… e lo sanno… e per questo pensano di poter fare tutto quello che vogliono. Non è questo il mondo in cui voglio che tu viva, Ari! Riuscire a fuggire per vivere in un mondo simile, sarebbe come non essere fuggiti affatto! Solo ora mi rendo conto che le sbarre della nostra cella si sono spostate solo un poco più in là, ora che abbiamo lasciato il laboratorio: lì o in qualunque altro posto, le corporazioni considerano tutti quanti loro giocattoli, loro cavie… Nessuno deve mai più chiamarti Cavia, o con un numero! Tu sei Ari! Tu non appartieni a nessuno!” Ari lo ascoltò facendosi forza per ricacciare indietro le lacrime che sentiva affacciarsi sempre più prepotenti e balbettò iniziando la sua frase
“I… Izu… Io… Hai ragione… So che hai ragione… Ma perchè tu?! Noi non siamo nessuno! Siamo solo dei ragazzi rapiti dalla Corporazione! Perchè non lasci che lo faccia qualcuno che sa….”
“E chi? Un monaco? Dovrei invischiarli in questa faccenda dopo tutto quello che hanno fatto per noi? O dovrei chiederlo a Ishmael… Che per colpa mia ha perso il suo rifugio… e forse a quest’ora non è nemmeno più vivo… No… La Voce parla a Me. Io sento cosa dice: questo mi ha dato una responsabilità che non posso accettare solo quando mi serve per scappare. Ma anche se non fosse così, io non voglio più chiedere sempre agli altri di fare qualcosa per me: quando sarò finalmente Io a fare qualcosa per gli altri? Ora ho questa occasione: è un compito semplice, con la Voce dalla mia parte… Delle persone Nobili… Delle Grandi persone… Ci hanno aiutato in questa nostra notte… e ho ammirato grandemente come usavano il loro potere: dopo tutto quel tempo passato alla mercè della Corporazione, stentavo a credere che chi ha il potere potesse usarlo anche a fin di bene… Ora sono IO che posso fare qualcosa… Voglio dimostrare a queste grandi persone che ho appreso qualcosa dal loro esempio… che non hanno speso male il loro potere per aiutarmi…”
“I… Izu… Io… Io cosa devo fare… Come posso aiutarti?”
“Tu devi solo vivere felice. Se faccio tutto questo è perchè tu devi tornare a sorridere….”
“Come posso dopo ciò che mi hai detto? Anche io voglio…”
“Anche sorridere significa sconfiggere le Corporazioni. Quando eravamo al laboratorio, quando tu sorridevi, anche il più triste ritrovava speranza! La Corporazione pensa che nessuno possa essere felice o avere speranza se non ha il suo denaro o il suo potere, ma se tu riesci a sorridere e a far sorridere gli altri, allora li avrai sconfitti. Io, con questo Libro, forse potrò distruggere una corporazione intera, ma solo tu, con il tuo sorriso puoi creare qualcosa! Questo è il potere che le Corporazioni più temono, perchè vogliono farci credere che senza di loro la felicità non esista! E’ la loro forza quella di farsi credere indispensabili. Perciò, tu devi promettermi che, non importa cosa accadrà, tu continuerai a sorridere!”
“Oh… Izu… Io sarò capace di tanto?...”
“…Tu Devi… Anche se io non ce la facessi….” Disse lui abbracciandola con forza. Lei non voleva neanche pensarci a quella possibilità… già aveva provato il dolore della perdita una volta…. Ma, si disse, non aveva mai visto Izu così determinato… Non c’era niente che potesse andare storto…
“… Va bene! Ma tu torna a tutti i costi!” Disse solo per incoraggiarlo.
“Qualunque cosa accada… Sarò sempre con te” Le rispose lui e ciò detto si sciolse la fascia che i monaci gli avevano dato per cingersi la fronte e la annodò dietro alla nuca di Ari, poi le diede l’Ultimo Bacio e si volse verso l’enorme finestra che i monaci presidiavano. Questi la spalancarono e Izu sentì gli spiriti del vento scalpitare sulla sua schiena per riunirsi ai loro fratelli. Così, voltandosi un’ultima volta verso Ari e accogliendo il suo ultimo saluto, il ragazzo spalancò delle eteree ali fatte di nuvole e balzò fuori nel cielo notturno per recarsi dove la Voce gli indicava con insistenza….