Il racconto che vi accingete a leggere (o che avete già letto, se siete di quelli che leggono le prefazioni DOPO il racconto) è uno dei pochi che mi ha fatto davvero penare.
Il fatto da cui è derivata questa “pena” è stato il fatto che il progetto iniziale è stato da me malcalcolato. Infatti dopo aver steso il racconto Seelenschmerz con protagonista Anastrianna, l’intento era di farlo seguire da un altro racconto che raccontasse una storia “gemella”. Non gemella proprio come quella di Funeral of Summer, ma che coinvolgesse comunque la stessa ambientazione e addirittura con lo stesso scenario. Con questo intendo dire che non volevo solo usare i contorni di un mondo (per altro poco descritto) che erano sottesi alla storia di Anastrianna, ma volevo proprio riprendere gli stessi luoghi e le stesse tematiche trattandoli però da un punto di vista diverso. Quindi ancora una storia su questi particolari elfi oscuri e ancora una storia che riguarda questi particolari elfi: gli orfani. Giusto per non andare toppo lontano, la protagonista è ancora una volta una ragazza.
A questo punto il progetto prevedeva di realizzare un’altra storia su come l’orfana trova la propria strada in questa società piuttosto marziale e teocratica che però narrasse di come nasce non una evocatrice, una “maga”, ma una guerriera. E al contempo affrontare la sua crescita con un approccio del tutto diverso.
Fin qui la cosa sembrava semplice, ma, come le strade di cui parlava Bilbo Baggins, la scrittura una volta che prende il via è difficile decidere dove va a parare. In questo caso, il mio tentativo di scrivere un secondo racconto breve è naufragato sotto il peso di mille dettagli che non ho potuto non inserire.
Così ecco che il racconto di Drusinua (la protagonista di Tenshi no Namida) è diventato più del triplo di quello della sua “collega”.
Questo invero è stato anche dovuto alla forza delle musiche che mi hanno ispirato che è stata tanto grande da non permettermi di tagliare gli angoli. Infatti la radice di questo racconto è innanzitutto da cercare nella sigla di apertura dell’Anime “Angel Sanctuary” che si intitola “Knife of Romance”. Non solo le parole di questa canzone sono state di massima ispirazione per la costruzione di tutta la vicenda di Drusinua, ma l’intera scena finale è scritta sul ritmo delle sue note. Il titolo stesso del racconto è ispirato proprio da una frase del ritornello. Subito a seguire direi che la sigla di coda di Metal Gear Solid (un gioco di diversi anni fa uscito su Playstation) “The Best is Yet to Come” è stata l’altra colonna sonora che avevo in mente mentre scrivevo. Se la prima è romanticamente straziante, la seconda ha una poesia malinconica inimitabile e sulle loro note mi sono a lungo trattenuto per descriverne le impressioni che ne ho ricavato. Poi mentre già ero preso nel traghettarmi da una musica all’altra, ecco che mi torna alla mente un’altra canzone che sarebbe stata perfetta per i sentimenti di Drusinua. Così mi sono trovato a digitare furiosamente sulla tastiera mentre “Gone Away” degli Offspring mi risuona nelle orecchie!
E quindi via pagine e pagine di lavoro!
Addio racconto breve… sigh
Be’, in ogni caso il risultato finale non mi sembra affatto male, quindi non penso sia giusto lamentarsi.
Se poi devo dirla tutta, il racconto si è allungato anche perché mi sono lasciato tentare da un momento “teologico”. La figura della divinità di questi particolari elfi oscuri è così centrale nella loro società che mi è sembrato impossibile resistere all’idea di “discutere” di essa all’interno del racconto… E forse devo ammettere che le considerazioni su questo tema possono anche spingersi un po’ più oltre del mondo fantasy che le hanno generate.
Ma tutto questo lo potrete giudicare voi stessi, mentre scoprirete cosa sono davvero...

...Le Lacrime degli Angeli