“Non… Ehm… Non posso giurare che siano state proprio quelle le parole esatte, però…”
“Posso farlo io, signorina Amabel” Doppio ahia.
“Sì, sì, dovevano essere proprio quelle, allora”
“Bene, è chiaro quindi che, forse proprio a causa del suo problema di concentrazione di cui abbiamo parlato prima, non sia solo il profilo nozionistico a essere carente nel suo curriculum. Dico bene?” Uuuuh… Questa non riesco a tradurla… Ma, anche così, non mi sembra preluda a niente di buono… Meglio mostrare una timida accondiscendenza… D’altra parte non è che possa fare altrimenti.
“Io… Immagino di sì, Signora Direttrice…”
“La prima cosa che vorrei chiarire è: vista la frase da lei espressa, ha dei dubbi su una delle due premesse su cui è formulata?”
“Ah… Dice…Cioè vuole dire se…”
“Signorina Amabel, nel suo profilo le capacità di analisi logica non mi sembrano carenti. La frase pronunciata alla sua compagna comincia con un “Se”, giusto?”
“Ah, sì, Signora Direttrice” Ahi ahi ahi… qui le cose si mettono maluccio, sono stata degradata al colloquio-tipo delle scuole medie: i miei punti onore sono in rapido esaurimento…
Se una frase comincia con un “Se”, significa che essa esprime un’ipotesi a cui farà seguito una tesi, è corretto quanto dico?”
“Assolutamente!” Assolutamente?! Amabel cara, era questo un altro patetico tentativo di ostentare sicurezza? Perché se lo era guarda che non convinci nemmeno me… E io sono solo una studentessa liceale morta. Fai un po’ tu i conti su che effetto può avere sulla Direttrice…
“Molto bene. La sua frase comincia con “Se siamo davvero morte e questa è l’anticamera del Paradiso”. Quello che le stavo chiedendo è se ha dei dubbi su queste “ipotesi”, visto che ci ha messo davanti un “Se””
“Ah! Sì… Cioè: No! Volevo dire: sì ora ho capito. No: non ho alcun dubbio su queste cose, ecco” E anche se ce li avessi non credo proprio che sarebbe saggio rivelarli proprio qui…
“Mi sembra piuttosto tesa, signorina Amabel…”
“Te… Tesa? Io? Oh, no! No, Signora Direttrice io…” Che capolavoro: ho davvero appena usato la tecnica del “Chi IO?!”
“Se non è tesa, allora mi pare sia quantomeno un po’ confusa. Vuole essere così gentile da fugare del tutto i miei timori riguardo a questa questione?”
“Ah, ma certo. Certamente, Signora Direttrice!”
“E dunque?” Accipicchia, mi sa che qui non basta un “sono stata proprio cattiva, chiedo scusa”. Sarà meglio che metta mano al dizionario un’altra volta.
“Io…” Niente puntini di sospensione, Amabel! Lasciano il tempo alla Direttrice per…
“Signorina Amabel, diverse sue posizioni sembrano esprimere dubbi su alcuni aspetti del nostro Istituto. Mi preme capire fino a che punto ha bisogno di essere rassicurata circa il nostro esclusivo interesse per la sua fruttuosa crescita. Visto che non è la prima volta che necessita di accurate spiegazioni su “alcuni meccanismi del suo percorso formativo”, vorrei capire se ha bisogno che la aiuti anche sul punto che riguarda il suo decesso e la natura transitoria di questo Istituto…”
“Oh, no, niente affatto, Signora Direttrice”
“…E anche su cosa fonda questa sua certezza, visto che pare essere una delle poche che ha” Traduzione: “Avevi davvero sperato di cavartela così, carina?”
“Vede, Signora Direttrice… Per quanto riguarda il fatto di essere morta… Be’, direi che è una specie di postulato… Cioè non posso spiegarlo, ma so che è assolutamente vero, come lo sappiamo tutti, all’interno di questo Istituto. Su questo non ho proprio mai avuto dubbi e…”
“E sul fatto che questa sia “L’anticamera del Paradiso”, come lei ci ha definito certo un po’ sbrigativamente?” Questa volta il sarcasmo l’ho sentito… Sarà meglio cambiare registro per evitare di ottenere il discutibile primato di essere la prima ad aver fatto perdere le staffe alla Direttrice…
“Ah, Signora Direttrice, su questo non ho ragione di dubitare: ogni cosa qui è meravigliosa e di certo dotata di quel tocco soprannaturale che non lascia spazio ad altra interpretazione se non quello di un luogo che trascende il “mortale”, sebbene in una forma ancora comprensibile a delle anime che ancora non hanno abbandonato la loro percezione fisica della realtà” Olè. Questo è un punto assicurato. Sono le esatte parole usate dalla Direttrice una delle scorse volte. Me le ricordo una per…
“Sì Signorina Amabel, è proprio quello che le ho detto quando è rientrata dalla sua “passeggiata”, vero? Vedo che almeno quelle parole sembrano essere state convincenti” Ops, se le ricordava anche lei.
“Be’… Certamente… Cioè, non che non ne fossi convinta anche prima… E’ solo che…”
“Davvero? Eppure anche se convinta stava tentando di fuggire, no?”
“Ah… Be’, ecco… no… Cioè: non proprio… Vorrei… Vorrei ancora farle le mie scuse per quell’episodio, ma voglio assicurarle nuovamente che non si trattò affatto di un “Allontanamento”, quanto solo di una semplice “Esplorazione”…” Suvvia Direttrice! Con questo qualche punto lo avrò pur recuperato! Cioè, voglio dire: ha notato come ho cambiato il termine “fuga” in “allontanamento” con perfetta disinvoltura?
“E’ per esplorare, quindi, che si è allontanata correndo a perdifiato per i campi intorno all’Istituto senza avvertire nessuno delle sue intenzioni?” Sì, lo ha decisamente notato… Ma niente punti a quanto pare. E, sì, è andata proprio così. Sono corsa come una matta attraverso quelle bellissime collinette erbose che circondano il collegio per vedere cosa ci fosse in questa “anticamera di Paradiso” oltre a noi, gli insegnanti e il collegio stesso. Mi ero pure portata qualcosa da mangiare e da bere, pensando di dover affrontare un viaggio incerto e lungo… ma dopo neanche un’ora di buon passo avevo finito la mia fu… Ehm, esplorazione. Finita davvero. Però avevo esplorato proprio per bene. Ero partita volendo scoprire cosa c’era al di là di quell’orizzonte artificiale che le collinette creavano e… Be’, l’avevo scoperto: non c’era nulla. No, non è che ci fosse un prato verde all’infinito in cui mi sono stancata di camminare: non sono così poco persistente (come credo ormai la Direttrice si sia accorta fin troppo bene). Quando dico nulla, intendo proprio “nulla”. La terra finisce improvvisamente. No, non è un crepaccio. Finisce proprio nel cielo tipo isoletta sospesa in aria. No, non si vede la terra più sotto nemmeno distantissima. No, non c’è una coltre di nubi sotto che possa nascondere un’eventuale superficie del pianeta. Solo blu all’infinito. Il che è in ogni caso piuttosto strano… Cioè: come fa a esserci un cielo se non c’è una terra? E’ impossibile. Ecco appunto: deve essere un fenomeno che sfugge alla fisica. Cioè è un miracolo. Cioè non siamo più nel regno dei vivi. Cioè ho controllato bene. Contenta adesso? Che era più o meno la traduzione del lungo discorso che mi fece la Direttrice al mio ritorno. E, a proposito della Direttrice, tornando alla sua più recente domanda, cioè se sia per esplorare che sono scappata per i campi, direi che anche questa risposta va studiata con calma perché sia sincera eppure innocente e quindi dovrebbe suonare più o meno così…
“Be’, sì… E’ stato un passo fondamentale per rinfrancare la mia fiducia nel nostro percorso formativo e nell’ambiente col quale dobbiamo relazionarci. Quello che ho visto mi ha dato un maggiore impulso a impegnarmi negli studi. Era piuttosto difficile concentrarsi sui programmi d’apprendimento con il dubbio che appena oltre la collina ci fosse, che so, una fabbrica oppure un’autostrada, non crede?” Nooo! Non ci credo! Che faccia tosta! Ho davvero appena finito una frase con una domanda retorica (e pure piuttosto sarcastica) e senza metterci nemmeno una volta la locuzione “Signora Direttrice”? Be’, dai, magari non ci fa troppo caso…