Panic Girl !


Nel sotterraneo le pareti erano scavate nella nuda roccia e la temperatura era decisamente bassa, dovevano essere a parecchi metri sottoterra… La stanza dell’altare giaceva appena oltre l’apertura dietro all’angolo della quale Sara si stava riparando… Purtroppo l’indagine non era andata come aveva previsto: quel pazzo bastardo era molto meglio equipaggiato di come credeva, e oltre a un sistema di telecamere di sorveglianza interne, che Sara aveva messo in conto, il folle aveva anche piazzato delle telecamere sulle case dei vicini, così adesso era circa un quarto d’ora che stava tentando di negoziare con il pazzo, che aveva preso in ostaggio la sua ultima vittima, una ragazza di ricca famiglia oramai del tutto fuori di testa per quella faccenda… Sara strinse il calcio della pistola tra le mani, meditando se forse non fosse il caso di porre fine alla commedia…
“Dai, amico… Perché non mettiamo giù le armi e ne parliamo davvero con calma?” Lanciò l’idea la ragazza
“Vai a farti fottere brutta stronza! Sei solo una bastarda cattolica fottuta!!” Gridò lo psicopatico, sfoderando quello che a suo dire doveva essere l’insulto peggiore si potesse ricevere, facendo rimbombare la voce sulle pareti di roccia… Ahi, ahi, ahi, si metteva male, quello stava perdendo la pazienza e la polizia non sapeva nemmeno che fosse lì… Era il caso di cominciare a giocare sul serio… Sara mise la pistola oltre l’angolo, poggiandola per terra…
“Ecco, guarda, metto giù la mia pistola… perché non fai lo stesso e non parliamo da amici?”
“Vaffanculo! Ti ho detto di non cercare di fregarmi!” Gridò di nuovo, la calma persa del tutto
“Ehi, sei tu quello che ha la pistola e l’ostaggio, adesso… Io sono disarmata…”
“Vieni fuori! Vieni fuori o la ammazzo!” Gridò minacciando la ragazza bionda che tentava di urlare ma si trovava zittita dalla mano dell’uomo
“Ehi…” Contrattò senza alcuna fretta Sara “È tutto ok: lasciala e parliamo un po’… Vuoi fumare?” Chiese mentre estraeva alla tasca il suo pacchetto di sigarette di cioccolato e ne infilava una tra le labbra
“No! Non voglio fumare! Voglio che esci da quel fottuto angolo!!”
“Ok, tranquillo, ti offro io il fumo, ok?” Sara sfilò da un’altra tasca un altro pacchetto, quello con le sigarette vere… e il timer… “Ecco, tieni” disse lanciando il pacchetto oltre l’angolo. L’uomo fissò sudato il pacchetto, poi preso dall’ira le calciò via
“Ho detto tieniti le tue sigarette del cazzo!!” Sara non si scompose, le serviva solo come test, ora sapeva cosa fare. Prese l’accendino, quello blu e lo avvicinò alla sigaretta… Click… uno… niente fiamma… fuso disinnescato… Click… due… niente fiamma… oscilloscopio attivato tra cinque secondi…
“Ecco, tieni il fuoco, così puoi accenderle…” suggerì lanciando anche l’accendino oltre l’angolo… L’oggetto atterrò davanti ai piedi dell’uomo che lo guardò digrignando i denti indispettito per la calma che quella ragazzina mostrava e caricò il calcio
“Ti ho detto di non prendermi in giro, puttana!!!” Il piede toccò l’accendino con violenza, agitando l’oscilloscopio anche troppo per i gusti di un meccanismo così sensibile… Booom!!… L’uomo cadde a terra urlante, la gamba dilaniata dall’esplosione
Carica a basso potenziale… giusto per non prendere l’ostaggio. Sara uscì dalla copertura e si avvicinò al corpo gridante… L’uomo la guardò disperato mormorando un “aiutami” tra i versi, ma per tutta risposta, Sara sollevò la pistola verso il volto dell’uomo…
“Sayonara, Stronzo…”…Bang… Sara scosse il capo e si avvicinò alla ragazza…

“Eeeh sì… Un lavoro pieno di soddisfazioni… Peccato per la paga un po’ bassa, ma suppongo si debba fare un po’ di tutto per vivere onestamente…”
“Hmmmmmm!!” Sara si voltò verso il suo interlocutore
“…Questa davvero non l’ho capita… Che hai detto?”
“mmmmmmmmmmmHHHHHH!”
“Aspetta…” disse solo alzandosi ed andando verso la figura… “Ecco, ora dovrebbe andare meglio, cosa dicevi?” chiese mentre rimuoveva il bavaglio dalla ragazza bionda (sì, proprio quella di buona famiglia) che si agitava legata alla sedia ruvida e scomoda
“Uhfff…” Prese fiato la ragazza “Ho detto che sei una stronza!! Tu non sai neanche cosa significa la parola onestamente!! Come hai osato rapirmi e legarmi?! Quando mio padre lo saprà…..” Ma non riuscì a finire la frase, visto che Sara, già stanca di avere un interlocutore così loquace, le rizittì col bavaglio
“Aah, mamma mia… Voi ragazze di oggi siete proprio senza cuore… Dovrò pur vivere… e poi ero già d’accordo con tuo padre che ti avrei tenuta qui per un po’, giusto il tempo che le acque si calmino. Sai, non vuole certo si sappia che un tipo tanto poco per bene ti ha messo le mani addosso… Oramai è solo una questione di prezzo… E adesso… Fai la brava: devo andare fuori, ho giusto uno di quei bei casi pepati per le mani…” Sogghignò soddisfatta, mentre sceglieva dei nuovi abiti dall’armadio dei travestimenti e calzava il cappello da gangster che tanto le piaceva…

... End (?)