Dirty Pair (Part 2)


"Ok, ok" Intervenne l'orientale in soccorso della conversazione "Ci hai provato, dolcezza..." Sancì alla volta della sua compagna, poi tornò a Sara "Comunque non devi aver paura, non abbiamo intenzione di farti alcun male"
"Sì certo, come se me lo veniste a dire se ne aveste veramente intenzione" Rimarcò Sara facendo sfoggio di quel disincanto che ormai si stava completamente impadronendo di lei
"Ehi" Continuò l'orientale "Se avessimo voluto farti fuori, credi che avremmo aspettato così a lungo?"
"Come se la cosa peggiore che mi potesse capitare fosse quella di ricevere un proiettile in testa..."
"Ad esempio?"
"Magari vi è venuta una mezza idea su come starei bene a passeggiare su di un marciapiede...." Le rimarcò cinicamente Sara, lasciandole intuire la definizione precisa della faccenda. L'orientale parve un poco sorpresa da quella conclusione
"Oh... E cosa ti fa pensare che si sia persone di quel genere?" Sara le lanciò un'occhiata inquisitoria, squadrandole il fisico perfetto e il vestiario al limite del succinto, ma non disse nulla. Sicuramente intuitiva la brunetta capì perfettamente l'allusione della ragazza e si finse un poco indignata per l'acutezza dell'osservazione, viste le condizioni di Sara, più che per l'implicito insulto.
"My my.... Isn't the girl a smart one..." Tradusse in parole la bionda, alzandosi dalla sedia "Attenta però, a volte le apparenze ingannano..." Ora che era in piedi, Sara poté distinguere che quello che aveva ritenuto un top era in realtà un body blu scuro, aderentissimo e decisamente scosciato, che lasciava vedere gran parte del gluteo, non classificandosi certo come una regolare tenuta ginnica. Le gambe, anche esse sode e perfette, erano stranamente pitturate, o tatuate, con dei motivi di macchie mimetiche scure, coordinate con il body.
"Ah sì? Quello te lo hanno dipinto addosso come quelle sulle gambe?" Punse Sara senza intenzione di mollare. Ancora una volta le due ragazze si scambiarono occhiate zeppe di quello sdegno così finto da sembrare cinematografico, poi la bionda sorrise ghignante verso l'amica, quasi con l'aria soddisfatta dall'impertinenza di Sara e appuntò
"Te l'avevo detto che era il mio tipo..." Sara, decisa a non farsi passare per quella che si impressiona o arrende facilmente, rilanciò ulteriormente
"Non è che siete lesbiche, per caso?" Con un gesto piuttosto improvviso e del tutto inaspettato, la bionda fece un veloce quanto lungo passo in avanti, portandosi sopra il letto e portando il viso vicino a quello di Sara, con un furbesco sorriso stampato sulle labbra
"Perché? Ti farebbe piacere la cosa?" Sara tentennò sui gomiti, sentendo il suo orientamento sessuale vacillare un poco: non c'era che dire era davvero bellissima... Non aveva un difetto che fosse uno, nemmeno quello sguardo, che anzi, adesso a guardarlo bene sembrava impreziosire il viso con una maturità di carattere da adulta sempre giovane: non poteva certo negare che la figura di quella ragazza esercitasse su di lei un certo fascino, una certa ammirazione... Ma a livello di figura più grande da imitare... Giusto?... Vero?... Presa da queste domande, Sara rimase silenziosa, a disagio mentre stringeva i denti, fissando quello sguardo furbo che la indagava e che sembrava immune a qualunque stoccata Sara avesse potuto tentare. Accettando infine di non essere nelle condizioni di reggere uno scontro di battute su quel livello, Sara decise di distogliere lo sguardo e di dargliela vinta. La bionda allargò il sorriso e si ritrasse, lasciandola di nuovo alle cure dell'orientale, a sua volta contenta di aver segnato un punto.
"Allora" Riprese la brunetta, forse un po' tediata dall'attesa che l'aveva esclusa "Tornando a noi... Puoi stare tranquilla comunque, non abbiamo alcuna intenzione del genere, vogliamo solo darti una mano, ti va di dirci chi sei e che cosa ti è capitato?" 
"Non fino a quando non sarò io ad avere per le mani uno di quei pezzi di ferro..." Replicò la ragazza facendo riferimento alla moltitudine di armi che riempiva la stanza.
"Eeeeh, mamma mia..." Sospirò l'orientale, allungandosi un attimo verso un comodino e recuperando vari fogli di carta "Dunque..." riprese "...Sara Phoenix, diciassette anni, due fratelli, madre e padre... La tua casa è rimasta vittima di un vistoso incendio classificato come fuga di gas, ma ci sono indagini in corso per sospetto dolo... Manchi da scuola da più di un mese e dei tuoi amici a Palm Springs che attendevano la tua famiglia per le vacanze hanno denunciato la vostra scomparsa a seguito del vostro mancato arrivo appunto poco più di un mese fa, fino al momento dell'incendio, non siete risultati reperibili al vostro domicilio e non risultate nell'elenco delle vittime del rogo... Nessun altro parente vivente nè recapito a cui rintracciarvi; manca la vostra macchina al vostro domicilio e non è stata ritrovata lungo il tragitto... Cara mia, anche se la città è grande, non me la bevo che per un mese hai gironzolato in giro senza che nessuno ti riconoscesse...." Sara, i cui occhi erano andati via via facendosi più grandi mentre la ragazza snocciolava le informazioni, esplose in tutto il suo stupore
"Che... Che cazzo è quella roba?!" Fece per allungare la mano per afferrare l'incartamento, ma con sua grande meraviglia, scoprì che la mancanza di dolore non corrispondeva a una perfetta funzionalità, così finì lunga distesa sul letto mentre l'orientale prontamente sottraeva il fascicolo girando su se stessa e alzandosi dal giaciglio "Da dove cazzo viene quella roba?!" Continuò Sara, per niente contenta del fatto che tutta la sua vita fosse apparentemente racchiusa in quei fogli alla mercè di quelle due sconosciute
"Calma, calma... Non c'è bisogno che ti scaldi tanto, allora: che mi dici? Ti va di spiegarmi qualcosina?"
"No... Non so niente della roba che stai leggendo... Dovete avermi scambiato per qualcun'altra..." Provò a negare in extremis, ma con aria un poco annoiata e con un sorriso di compatimento, l'orientale voltò il dossier e le mostrò la foto allegata in alto a destra, che la ritraeva in una delle più recenti foto scolastiche
"Allora? A che gioco giochiamo?" Sara sospirò a sua volta, faticando per tornare in una posizione composta, infastidita dalla situazione in cui veniva a trovarsi
"Non so, dimmelo tu, occhi a mandorla. Dovrei forse venire a raccontare la mia storia alle prime due che incontro? Non mi avete nemmeno detto come vi chiamate o perché siete zeppe di armi, o dove cazzo siamo, o perché questo fottuto posto non ha nemmeno una cazzo di finestra!!" Concluse con il tono che raggiungeva un grido disperato, ma rivolto alla rabbia più che all'autocommiserazione. Fu di nuovo il turno dell'orientale di sospirare
"Senti, hai perfettamente ragione... Però devi realizzare che se qua volevamo tirarti qualche brutto scherzo, lo facevamo senza tanti giri di parole, vogliamo solo darti una mano, quindi, perché non ci mettiamo d'accordo e vediamo di collaborare?"
"Senti tu ora..." Esordì Sara, mentre con respiri più profondi tentava di riprendere la calma, fissando la giovane di sbieco e con ormai solo i rimasugli della pazienza a farle da guida "... Che ne dici se facciamo una domanda a testa e vediamo di smettere di raccontarci stronzate?"
"Ok" Acconsentì l'altra "Ma, come avrai capito anche da sola, se non vuoi menzogne è meglio che eviti le domande sbagliate: niente nomi, luoghi o simili informazioni..." Sara fece immediatamente per replicare il suo dissenso, ma l'orientale fu più veloce interrompendo il fiato che stava appena prendendo "...Vedi di capire la situazione: o così, o niente..." Sara respirò ritmicamente, mantenendo la calma, cercando di valutare la situazione con tutta la freddezza che le era propria
"...E va bene... Comincio io..." Si arrogò Sara, incurante della opinione dell'altra "... Che cazzo volete? E perché state facendo tutto questo?"
"Domanda onesta... Senti non vogliamo niente, voglio solo darti una mano, non è certo mia abitudine lasciare le ragazze ancora vive sul bordo di un fiume sudicio a morire..." Da dietro, la bionda si inserì prepotentemente nel discorso
"Dai, cazzo! E' più intelligente di così! Così non fai altro che farla insospettire di più!" La ragazza si avvicinò e trascinando la sedia vicino al bordo del letto, vi si sedette con lo schienale tra le gambe, appoggiando le braccia conserte alla sommità di esso "Senti Sara..."
"Non mi chiamare per nome... Almeno fino a quando non saprò i vostri, tieniti per te le tue confidenze..." disse poco amichevolmente la rossa
"Ok, legittimo... Ascolta, la mia amica è un po' più umanitaria di me, quindi per quanto la riguarda puoi anche tenere in conto che sia vero quello che ha detto, ma dopo come ci hai sentito parlare e ragionare, non ti biasimo se ti senti un po' scettica... Come avrai capito non sono la fedele riproduzione della brava ragazza e se ti ho tirato su dalla spiaggia è perché ero sicura di avere qualche tornaconto, è quello che pensi, giusto?"
"Puoi contarci..."
"Beh, hai ragione, la pura e semplice verità..." confessò con il suo solito sguardo disincantato e serio allo stesso tempo "... è che ti ho ripescato perché mi stavo annoiando. Nient'altro. Una ragazza mezza morta lungo il corso di un putrido fiume cittadino mi sembrava un diversivo sinceramente accattivante da risolvere"
"Oh, brava..." Commentò cinicamente l'altra "... Adesso sì che l'avrai convinta che siamo dalla parte dei buoni..." Sara, sinceramente stanca di tutte le stranezze che cominciavano ad orbitarle attorno, cominciava a non vedere di buon occhio questi altri due accidenti che le erano capitati
"Annoiando? Ma che cazzo stai dicendo? Si può sapere che cazzo fate voi nella vita? Siete le protagoniste di una Pulp Fiction e tra poco mi troverò legata al letto imbottita di droga?"
"No, guarda..." Dissentì la bionda scuotendo il capo "Non è così contorta come può sembrare: cercavamo solo un caso un po' più interessante del solito per movimentare l'ambiente"
"Caso?" Chiese Sara dubbiosa
"Sì, siamo poliziotte e..." Cominciò a spiegare, ma la voce di Sara la interruppe subito
"Poliziotte?! Ma a chi cazzo vuoi darla a bere?! Perché non la finite di riempirmi di stronzate per farmi parlare?!"
"Cazzo, non sto dicendo stronzate!" Si scaldò per la prima volta la bionda, ma Sara non accennò a qualunque segno che la cosa l'avesse convinta, così la ragazza si piegò sopra quello che sembrava un cumulo di stracci e, dopo aver gettato per la stanza una serie di indumenti fino ad afferrare un giubbotto azzurro per poi rovistarne le tasche, estrasse una piccola custodia in pelle ed aprendola mostrò un distintivo di polizia, coprendo i dati con il palmo della mano
"Tsk!" Sbottò Sara infastidita da quella trovata "Quella roba la compri al supermercato ormai, per chi mi hai preso?" Con l'ennesimo sospiro, la bionda tornò a sedersi, ormai a sua volta stanca di quel gioco
"Perché avrei dovuto anche solo tentare di convincerti se avessi voluto fregarti, lo so bene che un distintivo della polizia è facile da riprodurre; se non fosse stato vero, non avrei nemmeno tentato una storia tanto cretina..."
"Ah sì? E quella suppongo sia la divisa del dipartimento, vero? I colleghi della buon costume ti hanno mai dato un'occhiata?"
"Come avrai da te capito, non siamo proprio delle persone che si potrebbero definire... "Normali"...Lavoriamo un po' per conto nostro, però stiamo dalla parte dei buoni, ti devi fidare..."
"Sì, ragazza..." Ritornò l'orientale "... Sei sveglia, prova a pensare: se davvero avessimo voluto fare qualche cazzata, di certo non avremmo bisogno di tutte queste finte, né ci interesserebbe un bel niente di quello che hai da dirci. Questo fascicolo ce l'ha passato una nostra amica addetta agli archivi, tieni, guarda, è su carta intestata della polizia, vedi?" Disse passandole i fogli che Sara prese subito a scrutinare "...Se avessimo voluto combinarti qualcosa, quello era già anche troppo per quello che avremmo voluto sapere... Se ti stiamo chiedendo cosa è successo è solo per darti una mano..."
"Già..." Supportò la bionda, decisa a battere il ferro finché era caldo "...Tu ci dici cosa è successo e noi ti aiutiamo, così tu risolvi il problema e noi ci troviamo un diversivo interessante: l'imbroglio sta tutto qui... Niente di così complicato..." Sara, a controllo eseguito, non poté fare a meno di confermarsi tutto quello che le due le stavano dicendo. Sollevò lo sguardo ancora perplesso verso le due e fece le sue ultime domande
"Se siete davvero poliziotte, perché non mi avete portato subito alla centrale? E perché non vi cercate i casi da risolvere in archivio?"
"Guardati attorno e avrai la risposta... Non siamo proprio i poliziotti modello, siamo un po' delle sbandate, i casi di oggetti smarriti proprio non fanno per noi: abbiamo trovato una bella ragazza sul bordo di un fiume non balneabile conciata per le feste, credi davvero che ci saremmo fatte soffiare il caso da qualche pivello alla centrale o che avessimo voglia riempire un sacco di scartoffie?" Sara non poté fare a meno di sentire un leggero brivido quando la voce della bionda proferì l'aggettivo "bella", ma decise che a quel punto la cosa era irrilevante...
"Ok, d'accordo, diciamo che vi credo... Ora volete dirmi dove siamo e chi siete?"
"Spiacenti, siamo piuttosto ricercate là fuori, e da gente che non fa interrogatori come questi, ma che usa le maniere forti, meglio per te se sai il meno possibile su di noi, così eviti di finire in guai peggiori di quelli in cui già sei...
"Mi suona un'impresa difficile... Mi dite allora come devo chiamarvi? Starsky e Hutch? O preferite Gianni e Pinotto?"
"Fai tu, non credo faccia davvero differenza, no?" Chiese l'orientale rivolta alla compagna che assentì con un cenno del capo
"Mi stai prendendo per il culo, occhi a mandorla?"
"Occhi a Mandorla, perfetto, visto? Sei già sulla buona strada..." Replicò lei per niente offesa. Sara rimase pensosa, meditando se la stessero ancora una volta prendendo per il culo, poi decidendo di reggere il gioco, proseguì
"Ah sì? E allora tu chi saresti?" Chiese rivolta alla bionda "Vediamo un po'... Ice, Ice Cube, direi che è perfetto"
"Perché?" Chiese invece l'altra non notando un immediato collegamento
"Perché mi fai venire la pelle d'oca quando ti avvicini..." Disse sogghignando e preparando la prossima mossa "... Hai presente la sensazione di un ghiacciolo nel culo?" Chiese piuttosto volgarmente Sara
"Devo dire di no..." Accennò l'altra
"Mi sorprende davvero che tu non abbia provato..." La fulminò Sara, contenta di aver pareggiato i conti con la bionda. Lei per tutta risposta sfoderò il suo sorrisetto divertito e sembrò compiaciuta della battuta e le lasciò il punto
"Allora, ora che ci siamo presentati, vuoi dirci qualcosa?" Chiese Occhi a Mandorla contenta di aver infine stretto un legame di fiducia. Sara sospirò e si distese sul letto
"Va bene, ma farete meglio a mettervi sedute, è una storia davvero strana..."
Sara si mise di impegno e cercò di ricostruire tutta la vicenda dai pezzi sconnessi che davvero cominciavano a sembrarle un po' troppo sparsi, senza davvero la pretesa di convincere le due al primo colpo. Invece, a racconto terminato, le due avevano una faccia seria come un funerale, come Sara pensava non potessero avere. La ragazza finì il racconto e si mise a fissare le due che a loro volta le ricambiavano lo sguardo indagatore
"Sei sicura di quello che dici?" Fu l'unica cosa che chiesero
"Oh, cazzo sì!" Rispose seccamente Sara, convinta di dover cominciare una lunga argomentazione sulla sua sanità mentale, ma invece, quella rassicurazione parve bastare e le due si alzarono dalle sedie
"Va bene, aspetta qui, andiamo a fare un piccolo consulto..." E senza altro aggiungere, lasciarono la stanza chiudendosi dietro la porta