Torment

“Mi… Mi dispiace…” Riuscì solo a singhiozzare lei mentre continuava a lottare per non cadere nello sconforto più totale. Le sue sorelle, ora più vicine a lei, si mossero per raggiungerla e fu la tutrice che l’aveva accompagnata nel viaggio orribile che si chinò su di lei.
“Dispiace? Di cosa ti dispiaci?” Chiese Suspiria che con quello sguardo furbo e di sfida poco faceva per aiutarla a ricomporsi.
“Mi dispiace, io… Io… Non riesco a… a…”
“A cosa, piccola mia?” Infierì con un poco di cattiveria la sorella imitando la voce mielosa della madre deforme.
“…So che non dovrei… Non dovrei sentirmi così… So che… Che sono nel giusto… Che non mi dovrebbe importare di quello che dicono o di cosa accade da quella parte, ma… Non ci riesco… Le parole di mia madre… Il suo parere… Non riesco a non desiderare la sua approvazione… Il fatto che non abbia capito quanto sia importante questa metamorfosi… Mi ferisce… e mi sento male anche per quella odiosa aria di superiorità che quei mostri si danno e che non sembro in grado di abbattere… una parte di me deve ancora essere rimasta da quella parte… Mi dispiace… Forse… Forse non sono all’altezza… Forse non potrò mai essere come voi…” Suspiria si sollevò svettando su di lei, sempre con sguardo sicuro e disinvolto.
“E così… Soffri ancora? Nonostante tutto quello che hai visto da questa parte, provi ancora dolore e ti senti ancora offesa e ferita dall’inutilità e dall’arroganza di quel mondo?” Mesta, Oscura tentò ancora di scacciare da sé quell’orribile sensazione, ma non vi fu verso, nemmeno la calma e la sincerità di quei luoghi sembravano riuscire a tagliare quell’infame legame che la feriva e la offendeva.
“S… Sì… Mi dispiace… Mi dispiace davvero…” Si scusò ancora senza riuscire a risollevarsi. Fu però la sua sorella a chinarsi nuovamente per portare le labbra vicino al suo orecchio e sussurrarle un’inquietante domanda.
“…E quando esattamente ti sarebbe stato detto che il dolore sarebbe cessato?...” Le parole della sua beffarda tutrice furono l’ennesima ondata di marea che si riversò su di lei portandole via tutti i pensieri per consegnarla a una sola domanda.
“Che… Che significa?”
“Ti vedo ora sotto i miei occhi piegata in due dalla sofferenza, ma intuisco che non sono direttamente i dolori che mi hai descritto che ti hanno ridotto in questo pietoso stato… Piuttosto, penso che tu sia così sofferente perché stai assaporando l’amaro gusto del fallimento… Perché pensi di aver tradito la nostra fiducia, perché pensi di aver tradito te stessa e la Linea che hai oltrepassato… Ma tu ti senti colpevole di questo tradimento semplicemente perché ritieni indegno per chi ha attraversato la Linea soffrire… Ma da dove hai mai colto questo concetto?” Gli occhi Oscuri, ora tornati candidi come il latte, sembrarono dilatarsi un poco mentre fissavano increduli la sorella che da poca distanza le rivolgeva il suo sorriso curioso.
“Io… Io pensavo che…Il dolore… Fosse una conseguenza delle menzogne e una punizione per coloro che ignorano la via…”
“Il dolore è la conseguenza della nostra imperfezione e della nostra impurità…” Fu il Gelido commento che giunse da dietro di lei. Oscura voltò il suo capo chino verso la sorella dai capelli blu, che però era tornata già Gelida come il suo nome, come se non avesse mai parlato. Suspiria, che aveva a sua volta girato lo sguardo tornò dalla sua Oscura protetta apostrofandola con un impudente commento.
“Sentito?”
“Ma… Proprio per questo…”
“Lascia che ti chieda una cosa: non provasti dolore quando ti fu mostrata la Linea? Non fu struggente il momento in cui ti mostrammo la realtà per come era e ti offrimmo la possibilità di…”
“… Di valicarla…” Sussurrò in risposta la giovane, ma subito la sua sorella la corresse.
“…No, di accettarla. E accettandola tu decidesti in seguito di valicarla, di perfezionarla. Ma prima di ogni cosa, ti fu chiesto di subire la tortura di riconoscerti debole e insignificante per poter quindi rinascere… Non è stato così?” L’Oscura ragazza non potè fare altro che annuire per confermare ciò che la sorella descriveva. “E nell’istante in cui riconoscesti le tue bugie non eri forse piegata su te stessa ben più di quanto tu lo sia ora?”
“S… Sì…” Continuò ad annuire lei.
“…Ma, nonostante questo, non è quello il momento più felice e di speranza che tu abbia mai vissuto?” Il ricordo di quell’istante si fece strada nel cuore della giovane e tanto erano vere le parole della sorella che il solo ritrovare quel pensiero le ridiede chiarezza e serenità, sollevandola da quel peso che avvertiva su di sé e dal senso di disperazione. “…È Così, non è vero? Eppure fu un momento pieno di dolore… Ma ti dirò di più, se tu cercassi di ricostruire quel momento privandolo del dolore che hai provato, non riusciresti mai a ritrovare la gioia di quell’istante. Tu sei riuscita a varcare la Linea proprio grazie al dolore: il dolore che ti causava il dover riconoscere la tua nullità tentava di farti chiudere gli occhi e fino a quel momento ci era anche riuscito. Ma tu lo hai accettato, lo hai sopportato e hai saputo dimostrare che eri disposta a subire delle perdite pur di compiere un passo giusto. Questa è la vera essenza della tua vittoria: aver saputo scegliere la via giusta nonostante essa ti privasse di una facile felicità. Non è vittoria quella che si ottiene quando non c’è alcun avversario, la vera essenza della vittoria di chi ha varcato la Linea non è quella di essere al di là del dolore: quella sarebbe una conquista fin troppo semplice. Chiunque saprebbe fare la scelta giusta se non fosse tentato dall’evitare il dolore e dal conquistare una facile tranquillità e la via che hai deciso di percorrere non è quella di chi è riuscito a scacciare il dolore, ma quella di chi ha deciso di smettere di ignorare che la vita è piena di sofferenza. Prendere coscienza di questo non significa però vivere disperati una vita di miseria, ma sollevare il capo e confrontarsi con il dolore per dimostrare che la nostra anima non si può piegare per così poco… La nostra non è la via di chi si è liberato dal dolore, ma quella di chi si confronta con il dolore in ogni istante ed in ogni istante ripete la sua scelta di continuare a seguire la strada nonostante sia dolorosa” Oscura attese ponderando le parole della tutrice, mentre il suo fiato ansimava un poco, emozionato dal filo del discorso che era stato tanto incedente.
“Ma…” Sussurrò ancora preda di qualche dubbio “…Capisco ciò che dici… Ma io… Mi sento preda di un dolore ben diverso di quello che mi causò vedere la Linea… Allora fui costretta a confrontarmi con la mia inutilità… Ed effettivamente non c’è stato momento nella mia vita in cui mi sia sentita tanto orgogliosa e felice della mia scelta… Ma… Ora è diverso… Mi sento punta da preoccupazioni inutili che mi causano un inutile dolore… Simile a quello che provavo e che mi tratteneva nei giorni della mia stupidità…” Suspiria tornò ad innalzarsi sopra di lei e un poco Oscura sentì la mancanza del sorriso beffardo della sorella che, in fondo in fondo, la faceva sentire “protetta”.
“Come ti ho detto: attraversare la Linea non ti ha resa “sovraumana”. Anzi, tutto quello che ha fatto è stato renderti davvero umana… Ma gli umani non sono dei bei fiori candidi… Sono invece un misto di cose bellissime e di cose orribili… Tu… Noi… Non siamo diverse… Varcare la Linea può aver cominciato il tuo viaggio, ma non ti ha privato della tua parte inutile e meschina, né l’ha relegata lontana. Tu hai deciso di non seguirla, ma essa è sempre lì e sempre vi rimarrà…”
“Perché?...” Chiese un poco insicura, meditando su quella che le sembrava suonare come una condanna.
“Perché tu possa perennemente rinnegarla e resisterle, dimostrando ogni volta di preferire la Via Giusta a quella facile e compiacente, anche se questo ti costringe a provare dolore, anche se la meschinità continua a pungerti con la consapevolezza che essa è una parte di te, che in fondo in fondo, tu sei ancora un poco meschina in fondo al tuo cuore. Questa è l’Essenza del Tormento. È semplice vincere una battaglia, ma la vera vittoria è quella di scontrarsi per tutta la propria vita e vincere ogni volta. Questa sarà la tua Vittoria.” Sentendo quella sensazione di ansia lasciarle il cuore, Oscura si sollevò mettendosi a sedere, le ginocchia ancora a contatto della strada lastricata. Mentre guardava le sue sorelle e le sue maestre pensava che nemmeno nel tragico e bellissimo momento della sua morte le aveva viste tanto grandi. Le erano sembrate così superiori ed inarrivabili che mai avrebbe pensato che il dolore o anche un solo singolo pensiero sbagliato potesse raggiungerle. E in quello le erano sembrate Stupende… Ma ora che le parole di Suspiria le avevano svelato quel “segreto”, ora le vedeva davvero immense… Un’immensità e una bellezza che non veniva dalla loro perfezione, ma, al contrario, proprio dalla loro imperfezione, che con tanta disciplina avevano saputo governare. Ancora incredula del fatto che creature tanto austere potessero provare le sue stesse impure sensazioni, si rivolse alla sua Notturna tutrice che da dietro di lei aveva seguito in silenzio la lezione della sorella.