Torment

“Tesoro, ma cosa stavi facendo?” Chiese la madre con un gorgoglio questa volta seriamente preoccupato. Lei, contenta che la donna avesse infine capito l’importanza del suo discorso, subito rispose alla domanda.
“Mentendo. Stavo mentendo a me stessa e a tutti quanti. Persino a te, madre…”
“C’è qualcosa di grave che non mi hai mai detto?” Chiese ancora più inquieta la creatura dietro al muro.
“Sì, madre… Non ti ho mai detto che non ero felice. Non ti ho mai detto che tutti i miei amici erano solo delle persone finte di cui mi circondavo solo per ignorare la mia solitudine… Non ti ho mai detto che tutte le cose che facevo, tutta la sicurezza che mostravo, tutti i capricci che mi prendevano… Non erano, come si pensa di solito, fatti per attirare l’attenzione degli altri, ma… Ma erano invece per distogliere la mia stessa attenzione da me stessa… Perché non capissi che in realtà io non stavo affatto vivendo, ma stavo solo… trascinandomi lungo questa vita senza fare nulla per… Esistere davvero…” Concluse mentre quelle parole sembravano portarle una ventata di quell’aria tanto “sincera” proveniente dal mondo di cui era diventata una nuova abitante. Insieme a quella sensazione, questa volta davvero “di casa”, le giunse un poco di quiete; quiete per essere riuscita a buttare fuori di sé quei concetti tanto importanti, quiete perché credette di essere finalmente riuscita a far capire a sua madre quanto importante fosse stato per lei quel Passo compiuto Oltre la Linea… Forse ora anche lei avrebbe potuto capire e vedere quel mondo fantastico e anche guarire da quella terribile deformità che la affliggeva… In fondo, lei si era salvata, perché la madre non avrebbe dovuto?
“Oh cara…” La gelò tuttavia la voce della madre che non era affatto mutata da quello struggente gorgoglio difficile da comprendere “… E io che pensavo chissà che cosa! Mi hai fatto prendere un colpo, lo sai? Avevo pensato che ti drogassi o chissà che cosa! Non devi mica preoccuparti per queste cose! Sono normali alla tua età! Ci siamo passati tutti, lo sai? Non sei mica la prima… A tutti alla tua età vengono in mente questi brutti pensieri sulla vita, ma poi sono cose che passano!” E il gelo crebbe fino a diventare tanto forte da farla tremare e da farle piegare le ginocchia. Nonostante questo, l’Oscura viaggiatrice non si arrese e, sebbene un poco disperata, ribattè alla madre.
“Ma… Ma madre… Hai sentito quello che ho detto?” Chiese pensando che forse quella membrana viscosa che la ricopriva avesse distorto la sua voce “Come puoi dire che non è importante? Non ti rendi conto che…”
“Tesoro… L’adolescenza è un momento della vita attraverso cui dobbiamo passare tutti, ma poi, così come è arrivato, passa. Alla fine tutti i problemi che adesso ti sembrano così grandi vedrai che scompariranno di fronte alle tante gioie che la vita può darti: ti farai tanti amici e troverai un buon lavoro, ti sposerai e farai dei bei bambini e poi…”
“… E poi morirò…” Concluse avvilita la giovane chinando il viso dipinto in una triste espressione “… Madre… io non posso dire che quelle cose non possano portare felicità: prese singolarmente possono anche essere piene di tante buone cose, ma… Dette così sono solo vuoti paraventi che servono a distrarci dall’inutilità della nostra vita e della nostra routine… Sono solo delle parole d’ordine che la gente si mette in bocca e in mente per poter avere degli obbiettivi che li distraggano dalla realtà delle cose… e cioè che nessuno sa dove sta andando… e trangugiamo questa medicina detta “Vita” ma che Vita non è solo per toglierci di dosso il peso di dover noi stessi ricercare qual è il nostro senso… Qual è il nostro sentiero… Quali sono i nostri sogni… E invece accettiamo di rimasticare una volta di più questo piatto senza sapore pur di non affrontare il dolore di farci crescere nuovi denti e scegliere le nostre pietanze… Come degli eterni lattanti che infine muoiono ancor prima di imparare a vivere… Ma che senso ha tutto questo? Se sono dovuta venire al mondo solo per vivere in un eterno limbo, tanto sarebbe valso rimanere in uno dove almeno fossi ignara della mia condanna. Amare un’altra persona, scambiare esperienze di vita con persone che ci sono care o affini, mettere alla luce e accudire una vita, sono tutti dei momenti e delle “imprese” bellissime, ma devono essere riempite dalla nostra anima… E questo mondo, questa falsità ci svuota anziché riempirci. Quei momenti sono stati derubati del loro vero e magnifico senso dalla nostra paura di Vivere… E ora non sono altro che degli spettri che ci tengono ostaggi… Io non posso... Non posso più… Rimanere imprigionata in questa inutile agonia… e ho deciso di liberarmi da queste catene che noi stessi abbiamo forgiato… Madre… Io sono cambiata…” Concluse mentre il tono di mesta disperazione per la madre si trasformava in uno di triste rassegnazione, come se potesse percepire quasi fisicamente che quelle parole erano giunte ad orecchie sorde, ma sentisse il bisogno altrettanto impellente di giungere fino in fondo a quel pensiero. Il silenzio riempì solo pochi secondi prima che i suoi timori venissero confermati dalla voce della madre; ora sembrava essersi fatta più accondiscendente e tenera, per quanto la sua forma le permettesse, come se stesse parlando a un bimbo disperso, ignorando che, forse, la situazione era invero l’inverso.
“Bambina mia… Ma sì, io ti capisco… calmati adesso... Ora troviamo un modo per farti passare questi brutti pensieri… Vuoi che sentiamo qualche bravo specialista? Vedrai che papà ne conosce uno bravo che può aiutarti a dimenticare tutte queste brutte cose…” Gli Oscuri occhi tornarono a chiudersi, mentre svanivano le sue ultime speranze di riuscire a comunicare alla madre cosa giacesse Oltre la Linea. Come un fiume intorno a un sasso, le sue parole erano scivolate sulla “donna” senza riuscire a cambiarla o a smuoverla… Per quanto impetuoso fosse il suo sentimento per quel cambiamento, il guscio che la madre si era costruita in tutti quegli anni rendeva inutile ogni suo sforzo… Anzi, la sua determinazione era riuscita unicamente a farla passare per pazza… ma forse quello non era nient’altro che un semplice sistema immunitario di quel mondo che, non potendo accettare o digerire un elemento così alieno al suo languido e lineare funzionamento, doveva limitarsi al segnare ogni simile disturbo come qualcosa di completamente illogico e patologico onde evitare che un qualunque tentativo di comprensione spargesse ancor di più l’infezione della Verità. 
“Dimenticare? No madre… Non voglio dimenticare tutto questo… Ora… È il mio unico tesoro… Mi dispiace… Anche se possono sembrarti dei pensieri tristi… Almeno sono dei pensieri Veri…” Qualche secondo di silenzio si inserì nella loro conversazione, mentre l’Oscura giovane ponderava l’inutilità del protrarsi di tutto ciò.
“Cara…” Riprese la madre per tentare di farla “tornare alla ragione”, ma per lei fu invece il segnale che la riportava indietro dai suoi dubbi e mentre la creatura pronunciava quelle parole la chiarezza tornò alla mente Oscura sancendo la sua decisione.
“Madre… Io non posso più restare qui… Devo partire… E continuare a viaggiare…Spero solo che un giorno… Le mie parole ti conducano da me… Così potremo ritrovarci… Fino ad allora… Addio…” E senza aggiungere altro si volse verso l’uscita e lasciò dietro di sé la voce della madre che tornava rumore incomprensibile. Era davvero sconcertata… Quasi svuotata da quell’esperienza… aveva pensato di far ritorno in un mondo falso e bugiardo, ma non in uno tanto meschino da voler negare l’evidenza pur di continuare a rinchiudersi nella sua prigione… Ora faceva persino fatica a muoversi, mentre quella membrana diventava spessa e opprimente come delle sabbie mobili che l’avessero già ingoiata… Solo ora cominciava a comprendere davvero la fatica che le Sorelle dovevano affrontare nel congiungersi con quel mondo… E ancora, mentre il peso di quel contatto immondo la piegava sotto di sè, i suoi occhi correvano a Suspiria che, nonostante la sua maggiore “purezza”, rimaneva immersa in quel mondo corrotto senza dare segno di subire i suoi effetti nocivi. 
Triste, tentò di non fare caso a quelle che dovevano essere le grida della madre che volevano forse trattenerla in quei luoghi: dentro di lei cresceva una forte onda di emozioni che ben presto avrebbe saputo cogliere la sua completa attenzione… Le sue forze sembravano abbandonarla e con gli ultimi brandelli di esse si costrinse a lasciarsi dietro quell’insieme insopportabile di ricordi e sensazioni che la stavano letteralmente soffocando. Premendosi con tutte le sue forze contro la barriera viscosa a più riprese cercò di strapparsela di dosso con le mani e di trovarvi un buco per sfuggirle; infine qualcosa sembrò spezzarsi e, come se fosse tornata in superficie dopo una lunga apnea, la corrotta realtà le scivolò addosso lasciandola tornare al suo luogo d’origine. Tuttavia, mentre lo stesso aspetto fisico della realtà cambiava repentinamente, come se un’ondata di marea stesse lavando via un brutto scarabocchio da un bellissimo affresco, la sensazione sul suo corpo fu ben diversa dalla piacevole sensazione di un’emersione: come se si trovasse in un mare di spine, le espressioni di scherno di quel suo “amico”, la sua volgare manifestazione di falsa superiorità, il ricordo della forma della madre e la sua mancanza nel capire quanto importante fosse la sua nuova strada, tutto questo graffiò la sua pelle mentre tentava di lasciarlo dietro di sé e, quando infine giunse nella sua vera dimora, il suo candore era striato di lacci cremisi. Grondando lacrime rosse, Oscura cadde sulle ginocchia, fermando la sua caduta appoggiando le mani al selciato, i capelli come una cascata dalle sue spalle, il suo respiro affannoso per l’esperienza traumatica… Infine giunsero le lacrime che premevano sui suoi occhi per rispondere alla sua disperazione.