Torment

“Davvero!” La terrorizzò l’altro confermando le sue paure “Non ti sei più fatta vedere. Ti aspettavamo tutti per il diciottesimo di Jennifer. Ma dove eri finita? Non avevi neanche il cel acceso. Ti ha preso male perché Jennifer non ti ha fatto organizzare come al solito?” Ancora una volta sentì quelle parole strisciarle addosso come una piaga di insetti dalle zampe viscide… Quella… Quel… “Coso” era una porta aperta su quel mondo che aveva voluto lasciarsi dietro e adesso stava tentando di inghiottirla di nuovo nella sua insignificanza… Come aveva potuto sopportare così a lungo di essere così vuota?
“No…” Si costrinse infine a rispondere cercando di distogliere il meno possibile lo sguardo “…Non sono venuta perché… Perché c’era qualcosa di molto importante che dovevo fare da molto tempo…”
“Ma sei fuori?! Più importante del diciottesimo della Jenny? Guarda che se l’è presa a morte. Non le hai neanche fatto il regalo! Almeno un messaggino per gli auguri!” 
“Guardami… Credo che anche tu possa vedere che mi sono capitate cose più importanti di un… un… “Diciottesimo”…” Disse sforzandosi di pronunciare quella stupida parola. L’altro però, pur osservandola attentamente, non sembrò sconvolto da quel cambiamento che per lei era stato tanto radicale. Piegò invece le labbra in una smorfia irriverente, che il suo volto mostruoso rese ancora più odiosa e disse:
“Umpf… Già… Dove devi andare? a un funerale?”
“Può darsi” Rispose immediatamente Suspiria da dietro la sua spalla, ancor prima che lei riuscisse a riprendersi per la sfrontatezza del commento “È un bello spettacolo in fondo… Vuoi venire anche tu?” Quello che agli altri abitanti di quel posto doveva sembrare ancora un ragazzo volse lo sguardo verso la più sicura sorella, ma non cambiò la sua smorfiosa espressione di compatimento. Dopo qualche istante in cui squadrò la Tutrice, tornò a rivolgersi alla Nuova Nata.
“Non ci avevi detto che avevi una nuova amica…” Commentò quello, lasciando presagire che aveva ben altro da dire
“Le ho conosciute soltanto… Ieri… Suppongo” Rispose, insicura se il tempo trascorresse in maniera simile in quei due mondi così diversi e senza nemmeno curarsi di aver usato il plurale involontariamente.
“Ah sì?” Fece l’altro poco convinto “È per questo che ci hai dato buca alla festa? Poteva venire anche lei, se l’accompagnavi tu… o forse ti vergognavi di farcela conoscere?” Continuò con il dente avvelenato che cominciava a mostrare la sua vera natura. Nell’udire quella sporca parodia di persona esprimersi con quel tono sprezzante, l’Oscura ragazza ebbe il primo vero moto di rabbia che non avesse per oggetto se stessa e le parole tornarono finalmente a sgorgare spontanee e sicure.
“Non ti permettere di parlare di lei con quel tono!” Lo ammonì severamente. L’altro sembrò avvertire la serietà del monito, ma esso ebbe un effetto ben diverso da quello che lei immaginava: l’aspetto già disgustoso prese a mutare fisicamente sotto i suoi occhi, mentre la pelle tesa si riempiva di macchie che infine diventavano placche chitinose, come a formare un guscio sul corpo mostruoso.
“Oh, ma come stai? Stiamo amici da una cifra di tempo, arriva questa morta vivente, te sparisci come se non contassimo niente e poi alzi pure la voce perché ci preoccupiamo per te? Bell’amica che sei!” La metamorfosi non la inquietò quanto quella risposta la fece adirare e non passò nemmeno un istante prima che gli appuntasse con un filo di disprezzo che si faceva strada nella sua voce
“Se vi foste preoccupati per me anche solo per un istante, vi sareste premurati di dirmi che stavo dilapidando la mia vita in frivole sciocchezze, anziché invitarmi giorno dopo giorno a mentire a voi e a me stessa per ottenere solo altre stupidaggini che mi tenessero tranquilla” La figura di fronte a lei sembrò mutare ancora di aspetto, mentre le orbite sembravano tentare di ingoiare gli occhi come per impedir loro di vedere il cambiamento a cui l’Oscura ragazza era andata incontro. Durante quegli istanti, il deforme “ragazzo” sembrò fissarla incredulo, benché lei fosse sicura che le sue parole avessero attraversato il velo viscoso senza perdere nulla della loro forza e della loro verità.
“Ah… Ma tu pensa… Adesso ho capito… t’è preso lo schizzo per le cose darkettose del tipo “la vita è uno schifo”, “voglio morire” e tutte quelle storie lì. Beh, fai quello che ti pare. Sai che ce ne frega a noi, stattene pure con le tue nuove amichette della morte. Non abbiamo certo bisogno di una che viene a fare la so-tutto-io sulla vita solo perché vuole fare la depressa e la vittima della vita. Noi vogliamo vivere”
“E allora fareste bene a smettere di Trascinarvi attraverso questa vita giorno dopo giorno come dei vermi…” Rispose immediatamente lei citando la sua Notturna Maestra con una aggiunta sprezzante che non riuscì a trattenere. Tuttavia, al contrario di quanto era successo a lei, il suo mostruoso interlocutore non sembrò affatto raccogliere la rivelazione che gli era stata fatta e l’unica reazione visibile fu quella delle sue placche chitinose che diventarono più estese e più spesse.
“Senti, non ho proprio voglia di stare qui a sentire le tue stupidaggini. Eri una bella ragazza solare e vivace e adesso sei lì pallida come un cencio che parli solo di cose senza senso. Non capisco perché stai a dare retta a quel morto vivente che ti ha ridotto così” Gli occhi Oscuri si fecero più sottili, provocati dall’insolenza di quello che oramai non considerava più che un mostriciattolo
“Lo capiresti se solo…” Cominciò lei, ma la sua fulgente compagna le si strinse ancor di più e la interruppe pronuciando attravereso quel sorriso cinico e beffardo che la contraddistingueva una inoppugnabile condanna
“Lascialo perdere, cara. Non ti sta nemmeno ascoltando. Non vedi che non fa altro che rinchiudersi sempre più sotto quel suo putrido guscio per non farsi raggiungere dalle tue parole?” Anche a quelle affermazioni le placche chitinose sembrarono accrescersi, trasformando ancora più la creatura in una orribile parodia di quello che avrebbe potuto essere e ancora una volta non ci furono segnali che l’essere si ravvedesse della sua pochezza.
“Senti, vedi di tornartene a casa e farti una bella dormita che magari ti ripigli da queste idiozie. E vedi di darti una lavata per toglierti quel trucco bianco di dosso che già tua madre ha sclerato che non sei tornata a casa a dormire: se ti vede così non ti fa più uscire di casa”
Un’ondata di preoccupazione si riversò prepotentemente su di lei spazzando via quella che era stata una sensazione di indignazione sempre crescente. Il suo pensiero corse a sua madre, corse a tutto ciò che la legava a quel mondo e che aveva pensato di non rivedere mai più… Era già dimentica di quell’ignorante figura che aveva avuto l’ardire di confrontarsi con lei e, d’altra parte, quello già si era voltato tornando a borbottare gorgoglii incomprensibili mentre si allontanava… Adesso, stringendosi nuovamente alle mani della sua Guida, cominciava a sentire pressanti le preoccupazioni per coloro che aveva lasciato… E pensava a come avrebbero reagito alla sua ricomparsa… e in quella forma poi…
“Non indietreggiare. Il tuo viaggio non è che all’inizio” Tornò a farsi sentire la voce Notturna che fino a quel momento era rimasta celata oltre il sipario anche se a poca distanza da lei. L’Oscura allieva si riprese, mentre Suspiria scivolava via da lei sciogliendo l’abbraccio che la cingeva 
“Dove… Qual è la nostra destinazione?” Chiese mentre cercava di ignorare quei preoccupanti sentimenti che le si agitavano dentro.
“La TUA destinazione…” Sottolineò subito la sua Gelida sorella affiancando la sua prima interlocutrice “…e puoi seguire le tue paure per trovarla…” Gli occhi di lei corsero alla Rossa sorella che ancora la fissava, interrogandola con lo sguardo per avere conferma.
“Se c’è qualcosa che ti rende ansiosa…” Le rispose quindi Notturna “…muovi i tuoi passi verso la fonte delle tue preoccupazioni. Sei qui proprio per questo. Sei qui per chiudere i conti” Ancora un poco scossa e titubante, la giovane si voltò anche verso la sua beffarda sorella ed essa con approvazione annuì col capo, lasciandole intendere che era la cosa giusta da fare. Rassicurata da questo, l’Oscura allieva si volse verso le vie di quel mondo sporco e falso nel tentativo di riportare alla mente le strade e i percorsi che una volta le erano così familiari e quando la sua mente riuscì nello sforzo, allora senza indugio mosse i suoi passi verso…